L’Etiopia del XVI secolo era una terra di contrasti, dove antiche tradizioni si incontravano con le ambizioni espansionistiche delle potenze straniere. In questo intricato panorama geopolitico, la Battaglia di Wotera, combattuta nel 1542, si rivelò un evento epocale che plasmò il destino del regno e lasciò un’eredità duratura nella memoria collettiva.
Le origini della battaglia risalgono alla crescente influenza dell’Impero Ottomano nella regione. Sotto il comando del potente sultano Selim I, l’Impero si stava espandendo verso ovest, minacciando le frontiere meridionali dell’Etiopia. La preoccupazione crebbe ulteriormente quando Ahmed Gragn, un ambizioso comandante musulmano di origine Somali, si dichiarò indipendente e iniziò a conquistare vaste aree del regno etiopico, seminando terrore con la sua ferocia e il suo fanatismo religioso.
Gragn, animato da una combinazione di motivi religiosi e politici, si presentava come un liberatore della fede musulmana, promettendo di abolire il cristianesimo e instaurare un dominio islamico in Etiopia. La sua avanzata militare fu rapida e impetuosa, sfruttando le divisioni interne tra i nobili etiopi e l’indebolimento dell’esercito reale. Nel giro di pochi anni, Gragn riuscì a conquistare importanti città e fortezze, spingendo il governo etiopico sull’orlo del collasso.
Di fronte a questa minaccia senza precedenti, l’imperatore etiopico Gelawdewos si trovò in una situazione disperata. Tuttavia, non perse la speranza. Si rivolse ai suoi alleati cristiani, chiedendo aiuto al potente re portoghese Giovanni III e all’Ordine dei Gesuiti, che avevano stabilito una missione in Etiopia.
La risposta fu positiva. I portoghesi, desiderosi di contrastare l’espansione musulmana e di consolidare la loro influenza nella regione, inviaronò un contingente militare guidato dal valoroso capitano Cristoforo da Gama. I Gesuiti, invece, contribuirono con il loro prezioso sapere religioso e culturale, rafforzando lo spirito morale dell’esercito etiopico.
La Battaglia di Wotera si svolse il 28 febbraio 1543 vicino al fiume Awash, un punto strategico lungo la frontiera occidentale del regno etiopico. Il fronte opposto era guidato da Ahmed Gragn, che aveva radunato un esercito considerevole composto da guerrieri musulmani e contingenti di vassalli locali.
Il confronto fu feroce e sanguinoso. I portoghesi, armati con armi da fuoco avanzate per l’epoca, inflissero gravi perdite all’esercito di Gragn, aprendo una breccia nelle sue linee difensive.
Gli etiopi, guidati dal coraggioso comandante Neguise, sfruttarono questa opportunità e lanciarono un assalto determinato che ruppe definitivamente il fronte nemico. Gragn fu sconfitto e fuggì in disordine. La vittoria cristiana a Wotera segnò una svolta decisiva nella guerra contro Ahmed Gragn.
L’importanza della Battaglia di Wotera va ben oltre la semplice dimensione militare. Essa rappresentò un trionfo simbolico per l’Etiopia cristiana, che riuscì a resistere alle ambizioni espansionistiche dell’Impero Ottomano e a difendere la propria identità culturale e religiosa. La battaglia rafforzò anche i legami tra l’Etiopia e l’Europa cristiana, aprendo la strada ad un’influenza occidentale crescente nella regione.
Tuttavia, la vittoria a Wotera non segnò la fine delle guerre. Gragn continuò a resistere per diversi anni, conducendo una guerriglia spietata che mise a dura prova le forze etiopi. Solo dopo la sua morte nel 1543, l’esercito cristiano riuscì a ottenere una vittoria definitiva, liberando il regno dalle grinfie del suo invasore.
La Battaglia di Wotera rimane un evento fondamentale nella storia dell’Etiopia. Essa ci ricorda la resilienza di un popolo che ha saputo resistere alle avversità e difendere le proprie tradizioni secolari. Il coraggio degli etiopi, l’aiuto dei portoghesi e il sostegno dei Gesuiti hanno contribuito a creare una leggenda che ancora oggi ispira ammirazione e rispetto.